POESIA VISIVA

La Poesia Visiva per Sommi Capi


Il Fenomeno della "Poesia Visiva"  nasce all'interno della Letteratura cosidetta "sperimentale" per un'urgente necessità di uscire dallo spazio chiuso della pagina stampata e di confrontarsi con il mondo (quello del linguaggio, soprattutto) per svelarne la sua totale accademicità, il suo status reazionario, la sua tendenza a stabilire le regole e confini inattaccabili. La "Poesia Visiva" era ed è anarchia e rivoluzionaria, ironica e bastarda, trasgressiva e infedele.

Mi stupisce che a distanza di quarant'anni nessun studioso abbia ancora avuto il coraggio di affondare il coltello nella piaga, la penna sul foglio, il dito sulla macchina da scrivere o la tastiera del personal computer, per tentare un'analisi minima del più importante movimento culturale dopo la seconda guerra mondiale.

La "poesia visiva" è un fenomeno di "arte totale". Il "Poeta visivo" circola impunito tra le varie discipline maneggiandole a suo piacimento; se ne va "da un'arte all'altra" con estrema indifferenza; è scrittore, editore, produttore, attore, performer, cantante, filmaker e talvolta anche pittore e scultore. E' stato ed è critico d'arte per se stesso e per i suoi amici; gli piacciono il vino, le donne e il convivio. E' "naturalmente" eterosessuale. Non ha paura della morte perchè, come scrive Bory, "crede incessantemente nell'eternità".

Nononostante quarant'anni di difficoltà economiche e di isolamento istituzionale, i Poeti Visivi Migliori ( I "Sommi Capi") sono ancora quasi tutti presenti all'appello (dove siete Paul de Vree, Seichi Niikuni, Kitasono Katue?) e sempre più desiderosi di caratterizzare l'inizio del XXI° secolo.
Ancora e sempre "Viva la Poesia Visiva ! " dunque che, come dice Gianni Bertini in un suo scritto del 1972. è la "Poesia dei Vivi".

P.S. La Poesia Visiva ha quarant'anni e se li porta bene. I suoi autori sono giovani rampanti o vecchietti arzilli. Di morto c'è ben poco a parte qualche amico.
Abbiamo già battuto la durata del Futurismo: 35 anni tra il 1909 e il 1944.
Stiamo battendo tutti i record possibili per un movimento di avanguardia e neoavanguardia. Riusciremo a battere la longevità dell'Impero Ottomano? Quarant'anni di insuccessi non sono pochi.
Ma l'insuccesso è la nostra felicità.

(tratto da Poesia Visiva Volume I/II - Ottobre 1992) Sarenco, La Poesia Visiva per Sommi Capi


LA POESIA VISIVA IN ITALIA

La Poesia Visiva, così definita a iniziare dai primi anni Sessanta, nasce quasi contemporaneamente in due città italiane alla fine degli anni Cinquanta. A Genova, grazie alle sperimentazioni di Luigi Tola e del suo "Gruppo Studio" (Zivieri, Miles e altri) nascono le “poesie murali” e contemporaneamente si sviluppa la ricerca “verbovisuale” di Martino Oberto che riunisce attorno alla sua rivista "Ana eccetera" Ugo Carrega, Corrado D’Ottavi, Lino Matti e altri. A Napoli, invece, è attorno alla figura di Luca (Luigi Castelano) e alla sua rivista "Documento Sud" che fioriscono le esperienze di Luciano Caruso, Mario Diacono e Stelio Maria Martini.

Inizialmente Genova, dove nel 58 uscì il primo numero di "Ana Eccetera". Il 10 luglio 1958, Ezra Pound arrivò a Genova dopo essere stato scarcerato dal suo lungo periodo di ricovero forzato al St. Elizabeth Hospital di Washington. Ad accoglierlo ci sono, tra gli altri, Anna e Martino Oberto che gli porgono come omaggio il numero zero della loro neonata rivista "Ana Eccetera" contenente la traduzione di un Canto di Pound. Pound si stabilirà per un breve periodo a Rapallo, dove affascinerà molti dei giovani artisti genovesi sia per il suo mito che per la sua enorme e curiosa cultura. È così che attorno alla rivista di Oberto e, contemporaneamente, presso il Gruppo Studio, sorta di circolo culturale operaio-studentesco, iniziarono le prime sperimentazioni poetiche di alcuni pionieri della poesia visiva italiana. Dalla rivista, o meglio il bollettino, che fu l'espressione di un gruppo d'intellettuali ed artisti italiani, coordinati da Anna e Martino Oberto nasce "Tool Quaderni di scrittura simbiotica", dalle cui pagine ciclostilate Lino Matti e Rodolfo Vitone, coordinati da Ugo Carrega, cercarono di sviluppare secondo un preciso programma i nuovi assunti estetici mutuati dalla poesia poundiana. Esperienza che confluì nella successiva rivista di Carrega, M. Diacono e L. Landi: "Aaa azioni off kulchur" costituita da fogli raccolti in busta da lettera che nel titolo rinvia ancora chiaramente all'influenza poundiana.

In questo periodo nasce, per opera di Tola, il circolo culturale “Il Portico” di Via Cantore (poi trasferitosi in Via Avio 5) a Sampierdarena, primo gruppo di ricerca e discussione d'arte composto da Tola e da alcuni giovani amici: studenti di liceo, universitari, operai. Il gruppo stampa a ciclostile “Dibattiti” che costituisce il primo vero opuscolo/giornalino fondato e diretto da Tola. Oltre a questo giornalino che raccoglie gli interventi dei vari membri del gruppo del “Portico”, vengono stampati anche una serie di supplementi dedicati alla poesia. Tra questi va sicuramente ricordato il supplemento dedicato alle poesie di Nazim Hikmet, prima traduzione in italiano della sua poesia. Nazim Hikmet soggiornò a Genova dopo la scarcerazione e il “Portico” riuscì ad organizzare una lettura pubblica delle sue poesie sulle gradinate di accesso a Palazzo Ducale su Piazza De Ferrari. Al circolo culturale “Il Portico” nascono le prime poesie murali, poesie destinate ad essere affisse ai muri delle fabbriche, delle scuole e delle università sull’esempio dei giornali di fabbrica e sindacali che utilizzano lo stesso metodo di diffusione. Le poesie murali di Tola sono da considerarsi il primo esempio di Poesia Visiva.

Oltre a “Il Portico” di Tola, alla fine degli anni Cinquanta, sono attive a Genova altre straordinarie realtà culturali d'avanguardia che rendono la città ligure un luogo di punta per la ricerca estetica. La galleria/circolo culturale “Il Deposito” animato dal pittore Eugenio Carmi a Boccadasse, “La Bertesca” centro culturale coordinato dagli editori di “Modulo” Masnata e Trentalance, “La Polena” con uno specifico interesse all’arte concreta e ottica, “Il Vicolo” del futurista Alf Gaudenzi. Ma anche in altri campi Genova è all'avanguardia: nel teatro con “Il Teatrino”, nella musica con personaggi come Bruno Lauzi, Lugi Tenco e Gino Paoli. Dopo l'esperienza del Portico, nel 1958 Luigi Tola fonda il “Gruppo Studio”, continuazione e sviluppo del gruppo precedente, dove confluiscono, oltre ad alcuni dei membri storici de “Il Portico”come Guido Zivieri, molti nuovi adepti: Rodolfo Vitone, il giovanissimo Germano Celant, Danilo Giorgi, Olga Casa, Bruno Lo Monaco, Claudio Tempo, Daniela Zampini, Lella Carretta. Nasce così il sodalizio tra Tola e Vitone, due dei maggiori poeti visivi italiani, legati oltre che dalla comune ricerca estetica e dalle innumerevoli iniziative culturali da una profonda amicizia. Il Gruppo Studio fonda due riviste: Marcatre e Trerosso; e un “club d’arte: La Caràbaga. Marcatré. Notiziario di cultura contemporanea nasce nel novembre 1963 ad opera di Eugenio Battisti (Direttore) in collaborazione con Luigi Tola (Redazione Centrale) e Rodolfo Vitone (Editore). Basato su una struttura a sezioni riesce a radunare intorno a sé artisti, poeti ed intellettuali quali Edoardo Sanguineti, Vittorio Gelmetti, Diego Carpitella, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Paolo Portoghesi, Claudio Tempo e Germano Celant. Edito inizialmente da Rodolfo Vitone (primi cinque numeri), la rivista viene in seguito acquistata dall’editore Lerici che ne trasferisce la redazione a Milano portandola avanti fino al 1969. Legata sempre più alle vicende del Gruppo 63 diviene la più influente rivista della neo-avanguardia italiana. "Trerosso" nasce invece come organo del “Gruppo Studio” di Genova. Il numero zero esce nell’ottobre del 1965. Il numero 2, terzo ed ultimo fascicolo pubblicato, è del giugno/agosto 1966. L'intento è quello di dare visibilità a tutte quelle attività estetiche che lavorano sul rapporto tra arte e comunicazione. Trovano quindi ampi spazi le sperimentazioni di Poesia Visiva (del gruppo genovese di Luigi Tola, Rodolfo Vitone e di altri poeti visivi italiani e stranieri come Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Luciano Ori, Jiri Kolar, etc.). La rivista pubblica anche testi poetici sperimentali lineari, testi di poesia concreta, riproduzioni di opere pittoriche e numerosi articoli teorici. Alla Caràbaga viene organizzata nel 1965 quella che è forse la prima mostra collettiva di Poesia Visiva in Italia. Numerose sono le mostre personali organizzate in stretta collaborazione con il gruppo di Napoli (Martini, Caruso, Diacono e Persico), con il gruppo di Firenze (Miccini, Pignotti, Marcucci) e con artisti internazionali come Jiri Kolar del quale fu organizzata la prima mostra personale in Italia.

Poi Napoli dove la lunga attività sperimentale di Mario Colucci che nel 1953, assieme ad un giovanissimo Guido Biasi, compì un viaggio a Milano che pose le basi delle relazioni con il gruppo dei “nucleari” e alla formazione, al loro rientro a Napoli, del “Gruppo 58” (Biasi, Del Pezzo, Di Bello, Fergola, Luca, Persico). Un gruppo di artisti, a cui presto si avvicinarono anche Stelio Maria Martini, Mario Persico e Mario Diacono, che diede vita, a partire dal 1959, ad una serie di riviste d'avanguardia. La prima fu "Documento Sud" (rivista del Gruppo '58), una delle riviste più interessanti del panorama artistico italiano a cui parteciparono anche Enrico Baj, Jean-Jacques Lebel, Edoardo Sanguineti. Al gruppo si deve anche la successiva edizione di: "Schemi", "Linea Sud", "Quaderni", "Continuum", "Continuazione A/Z", "Silence Wake", "Dettagli" e "Quaderno", esperienza che confluì poi nella rivista romana di Emilio Villa "EX". Una serie di iniziative editoriali che, con l'edizione di "E/Mana/Azione", arriva fino all'inizio degli anni ottanta. “Linea Sud” in particolare testimonia i contatti nazionali ed internazionali attivati grazie ad un fitto scambio epistolare culminati nel numero 2 dell’aprile 1965 dedicato alla Poesia sperimentale con interventi di: Adriano Spatola, Nanni Balestrini, Eugenio Piccini, Toti Scialoja, Lino Matti, Ugo Carrega, Lamberto Pignotti, Stelio Maria Martini, Luigi Tola Mario persico, Antonio Bueno, Giuseppe Chiari, e nei numeri successivi di Henri Chopin, Ilse e Pierre Garnier, Julien Blaine, Isidore Isou, Jacques Spacagna, Roland Sabatier e “Le Manifeste de Théatre-zéro” di Tadeusz Kantor.

Poco dopo viene Firenze e la “Poesia Tecnologica” (definizione coniata da Lamberto Pignotti in un aticolo pubblicato a Milano sulla rivista “Questo e altro”, n. 2 del 1962) del gruppo fiorentino: Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Lucia Marcucci, Giuseppe Chiari che diede vita al “Gruppo 70”. Le prime manifestazioni sono due convegni organizzati a Firenze sul tema "Arte e comunicazione" nel 1963 e l’anno successivo su "Arte e tecnologia". Ai convegni, oltre ai fondatori Eugenio Miccini (sua l'invenzione del termine "poesia visiva"), Giuseppe Chiari e Lamberto Pignotti, Sylvano Bussotti, parteciperanno anche Luciano Anceschi, Eugenio Battisti, Bortolotto, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Aldo Rossi, Roman Vlad, Mauricio Kagel, Antonio Bueno, Alberto Moretti, Silvo Loffredo Pietro Grossi. Intellettuali più vicini al “Gruppo 63” (fondato a Palermo nell’ottobre 1963 dai poeti dell’antologia “I Nuovissimi”: Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Edoardo Sanguinati, Nanni Ballestrini, Antonio Porta insieme agli studiosi de estetica e critica letteraria Renato Barilli e Umberto Eco) e alla rivista “Marcatre”, già divenuta la più influente rivista della neo-avanguardia italiana. A partire dal 1963 il “Gruppo 70” mette in scena un happening itinerante dal titolo “Poeise e no” basato sull’interazione tra pubblico, poeti e musicisti. La prima rappresentazione ha luogo al Gabinetto Viesseux di Firenze, l’azione viene ripetuta in diversi spazi in toscana e nel resto del paese, coinvolgendo in scena Bueno e Marcucci e successivamente anche Emilio Isgrò e Ketty La Rocca e ampliando l’azione con registrazioni di poesia sonora e proiezioni video. Nel novembre 1964 viene proposta dalla rivista “Malebolge”, fondata da Corrado Costa, Adriano Spatola e Giorgio Celli, la seconda riunione del “Gruppo 63” a Regio Emilia. Vengono invitati a partecipare, oltre il “Grippo 70”, i napoletani Achille Bonito Oliva, Gian Battista Nazzaro, Antonio Russo, e gli altri che fanno capo alla rivista “Linea Sud” diretta da Luca (Castellano), Stelio Maria Martini e Luciano Caruso. Al convegno parteciperà Pignotti come portavoce del “Gruppo 70”. Del 1965 sono le prime esposizioni del “Gruppo 70” alla galleria “La Vigna Nuova” e alla galleria “Numero” di Firenze. Alle mostre parteciparono, oltre agli esponenti del gruppo, molti artisti legati a Fluxus: Gorge Brecht, Dick Higgins, Philip Corner, John Cage, Yoko Ono, Wolf Wostell, Toshi Ichiyanagi, e Nam June Paik. Nel 1966, poco dopo la tragica alluvione di Firenze, il “Gruppo 70” organizza alcune azioni performative in spazi pubblici della città, tra cui la Libreria Feltrinelli In quegli stessi anni Eugenio Miccini da vita al centro culturale “Tèchne” (1969) e all’omonima rivista (pubblicata tra il 1967 e il 1976). Nel suo centro ospita le allora nascenti compagnie di teatro Magazzini Criminali (allora Il Carrozzone) e del Teatro Jarry (Mario e Maria Luisa Santella).

I diversi gruppi d'avanguardia attivi nel territorio italiano, non solo di poesia visiva, vennero a conoscenza l'uno dell'altro proprio grazie alle riviste esoeditoriali che circolavano in modo semiclandestino, legato al passaparola degli ambienti artistici d'avanguardia, e che diedero vita a degli scambi epistolari e di collaborazione tra le diverse realtà italiane. In questo senso l'eperienza di Adriano Spatola è esemplare. "Geiger", la rivista fondata da Adriano Spatola, uscita in nove numeri tra il 1967 e il 1982 (più un decimo numero commemorativo uscito nel 1996), fu costituita da un insieme di fogli non numerati e graffati assieme provenienti via posta a Bazzano, paesino dell'Appennino emiliano dove Spatola resideva. Punto di riferimento e d'incontro per tutti i giovani poeti internazionali, "Geiger" accoglie nelle sue pagine tutte le tendenze della poesia sperimentale. Esperienza poi confluita in "Tam Tam". Proprio grazie Spatola e Parmiggiani nel 1967 a Fiumalbo venne organizzato il festival “Parole sui muri”. Per dieci giorni (8 – 18 agosto) il paese di Fiumalbo, un centro turistico a pochi chilometri dall'Abetone, venne trasformato nella scena corale e ultima dell'avanguardia. Vi parteciparono i maggiori esponenti della poesia concreta, visiva e sonora; cineasti, artisti di confine tra immagine e parola. Gli autori provenivano da molte parti del mondo, e chi non riuscì ad essere presente inviò per posta un'opera, un manifesto, una poesia da affiggere, un disegno: Adriano Spatola, Claudio Parmiggiani, Giuliano Della casa, Franco Vaccari, Sebastiano Vassalli, Pierre e Ilse Garnier, Jean-François Bory, Julien Blaine, Mirella Bentivoglio, Roberto Comini, Franz Mon, Helmut Heissenbüttel, Timm Ulrichs, Gianni Sassi, Arrigo Lora Totino, Jochen Gertz, Heinz Gappmayr, Dom Sylveter Houedard, Jiri Kolar, Ladislav Novak, Carlo Cremaschi, Henri Chopin, Corrado Costa, Vincenzo Accame, Julio Campal, Alain Arias Misson, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lucia Marcucci, Lamberto Pignotti, Ketty La Rocca, Patrizia Vicinelli, John Furnival, Sarenco.

Nel 1971 nasce la rivista “Lotta Poetica”, fondata e diretta da Sarenco. Attorno ad essa si organizza il primo gruppo internazionale di poesia visiva in Italia, con gli italiani Sarenco e Eugenio Miccini, i francesi Julien Blaine e Jean-François Bory, il belga Paul De Vree e lo statunitense Alain Arias.Misson. Il gruppo (ribattezzato negli anni Ottanta Logomotives e a cui aderì anche il poeta Franco Verdi) guidato da Sarenco ebbe una diffusa attività che andò, contrariamente ad altri gruppi italiani, ben oltre i confini nazionali. L’azione propulsiva di Sarenco e del gruppo facente capo alla rivista permise la diffusione del movimento a livello internazionale.Da ricordare la storica partecipazione nella sezione “Open end” all'Esposizione Internazionale de Poesia Concreta allo Stedelijk Museum di Amsterdam del 1970.

(tratto da Wikipedia - P.Paterlini 2011)